L’OMBRA DEL DILUVIO (Libro Primo)
National Hurricane Center
Miami (USA)
3 maggio 2017
Ore 18:15
<<Non è possibile, non così velocemente!>>
Jason Lodge, direttore del Centro Previsione Tempeste Tropicali, continuava a camminare su e giù per le ampie sale del National Hurricane Center. Aveva in mano due immagini satellitari ad alta definizione dell’uragano Wakiki, formatosi poche ore prima al largo delle Bahamas sul venticinquesimo parallelo. I suoi assistenti, cinque persone in tutto, e altrettanti ricercatori con cuffie e microfono lo osservavano preoccupati dalle loro postazioni monitor.
<<È così, Jason>> ribatté il vice direttore Harold Richter, <<si è creato dal nulla in tre ore e si avvicina alle coste del South Carolina. Raffiche a 400 km/h. Onde rilevate a sedici metri. Magnitudo in aumento. È già un F5, non oso pensare che cosa diventerà quando acquisterà forza tra qualche ora.>>
Lodge, 55 anni, scienziato e climatologo di grande esperienza, aveva visto uragani, tifoni e cicloni di ogni tipo, ma mai uno così veloce e potente. Se avesse raggiunto la costa atlantica degli Stati Uniti, sarebbe stata la fine. Probabilmente non c’era abbastanza tempo per un esodo della popolazione ma doveva avvertire immediatamente il centro nazionale della protezione civile e il presidente. La situazione andava gestita al meglio della loro professionalità: certo, parte della popolazione avrebbe dato i numeri, qualcuno si sarebbe fatto prendere dal panico, quindi tutto doveva essere mantenuto sotto il più rigoroso controllo. Le esperienze devastanti di New Orleans e dell’uragano Kathrina non dovevano ripetersi e il nuovo Presidente non voleva essere ricordato, come il suo predecessore, per aver sottovalutato la furia degli elementi. Il Presidente Bush era stato accusato di essersi addirittura disinteressato del disastro nelle sue prime fasi. Il nuovo presidente, forte di questa ed altre esperienze, voleva accattivarsi le simpatie dei suoi elettori mostrando il divario tra l’amministrazione precedente e la sua capacità organizzativa e la cura per la nazione.
<<Non c’è tempo, Jason, non c’è alcun margine per organizzare la protezione della popolazione. Ci sarà addosso in poco più di due giorni! Dobbiamo avvertire subito il ministro dell’interno e il Presidente.>> Harold era dannatamente serio. E Jason aveva imparato a non sottovalutare mai il suo spiccato senso pratico.
Quaranta minuti dopo, un messaggio speciale alla nazione veniva diramato da tutte le stazioni tv e radio degli Stati Uniti e in rete. Il Presidente appariva estremamente serio e questo procurava in chiunque si fermasse ad ascoltarlo, un tetro presentimento. Quella sua espressione rigida, quasi infastidita da ciò che doveva comunicare, non presagiva nulla di buono. Nelle strade, nei ristoranti, nei motel, nei grandi centri commerciali, su internet e in ogni casa degli Stati Uniti, il popolo americano ascoltava il suo leader con un timore simile a quello che aveva attraversato la nazione l’11 settembre 2001, quando era stato dato l’annuncio dell’attacco alle torri gemelle.
“Cittadini degli Stati Uniti d’America. Un uragano estremamente potente si è improvvisamente originato poco più di due ore fa al largo della Florida e si sta attualmente dirigendo verso nord ovest, contro le coste della Carolina e della Virginia. Io e il mio staff, congiuntamente al Centro Previsioni Tempeste Tropicali di Miami e altri istituti di ricerca, dopo aver attentamente valutato la situazione, abbiamo deciso di lanciare il massimo allerta alla popolazione che si trova nella fascia costiera dalla Florida, fino al Maine. Il motivo risiede nel fatto che l’uragano, insolitamente forte e veloce, sta crescendo in potenza e potrebbe, secondo le previsioni degli esperti, muoversi ben oltre la fascia tropicale per entrare in quella temperata, e forse ancora più a nord. Ciò significa che potrebbe giungere fino a New York e al Canada. Si tratta di una tempesta anomala e molti scienziati sono convinti che si dissolverà così velocemente come si è formata. La Guardia Nazionale è già stata mobilitata per gestire al meglio l’emergenza, evitando atti di sciacallaggio e crimini vari. Per proteggere ognuno di voi, da questa sera ore 23:00 di Washington, verrà dichiarato il coprifuoco in tutti gli Stati della costa atlantica. Tutti coloro che saranno fuori dalla propria abitazione dopo tale orario, verranno immediatamente arrestati. Confidiamo di revocare l’ordinanza in una settimana. Vi chiedo di dimostrare il vostro coraggio e la vostra forza d’animo cominciando ad evacuare con calma e controllo le città costiere per prime, Jacksonville, Brunswick, Charleston, Long Bay, tutte le città che si trovano a meno di trenta chilometri dal mare. L’evacuazione avrà come meta gli Stati interni, dovunque vogliate, ma almeno a duecento chilometri dalla costa. Sono stati inviati, da tutte le basi della nazione, centomila uomini, tra marine e altri soldati dell’esercito allo scopo di mantenere il massimo controllo. Essi hanno le indicazioni del governo per un esodo verso gli Stati interni, regolato dal Piano di Emergenza Uragani, quindi seguite le loro istruzioni. Dopo questo annuncio vedrete i veicoli dell’esercito e della Guardia Nazionale cominciare a circolare nelle vostre strade per darvi istruzioni e offrire la massima collaborazione, ma tenete presente che avete poco meno di due giorni per allontanarvi. Se non avete parenti o amici da cui andare, parlatene subito con i soldati; essi vi indirizzeranno verso luoghi appositamente preparati per accogliervi con cibo, bevande e un letto. Tutto è stato organizzato alla perfezione. Nessuno, ripeto, nessuno potrà permettersi di non ubbidire all’esercito. Chi lo facesse sarà immediatamente arrestato. Avremo cura delle vostre famiglie nel modo migliore, solo non caricatevi di cose superflue e cercate di salvare le vostre vite. Attualmente l’uragano Wakiki si sta dirigendo verso Charleston, ma potrebbe cambiare rotta improvvisamente. Ripeto, avete solo due giorni o meno prima che esso raggiunga la costa. Abbiamo già provveduto ad eliminare il traffico dalla rete stradale, allontanando ogni veicolo e destinandolo duecento chilometri più ad ovest verso l’Arkansas, il Missouri, l’Oklahoma. Il traffico aereo e marittimo sarà modificato per garantire l’esodo. In questo momento stanno provvedendo a cancellare tutti i voli non strettamente necessari per garantire aerovie adeguate e stiamo organizzando nuovi voli che faranno la spola tra l’est e l’ovest. La situazione logistica è sotto controllo, ma abbiamo bisogno del vostro aiuto. Siate saggi e non fatevi prendere dal panico. Se seguirete le istruzioni che vi verranno date, riusciremo a compiere il nostro dovere nel modo migliore e nessuno perirà per negligenza. Abbiamo già creato reti di trasporto con autobus e treni a vostra disposizione, basta che raggiungiate le stazioni corrispondenti nelle vostre città. Collegatevi al sito web del Piano di Emergenza Uragani per avere tutte le informazioni e gli orari di partenza. Confido nella vostra moderazione, saggezza ed ubbidienza alle direttive. Allontanatevi immediatamente anche se avete rifugi che ritenete adeguati: questa sembra essere una tempesta molto più forte di quelle a cui siamo abituati, e potrebbe seguire una pesante alluvione che invaderebbe ogni rifugio. Il prossimo annuncio ci sarà tra quattro ore, a reti tv e radio unificate. Dio vi protegga tutti. Dio benedica l’America.”
Quarantott’ore dopo, come preannunciato dai media, l’uragano Wakiki cominciò a spazzare l’intera costa atlantica, alla velocità media di spostamento di 80 km/h, portando distruzione e morte con venti di oltre 430 km/h. Oltre alla Carolina, Virginia e Pennsylvania, anche le città di Filadelfia, New York e Boston subirono la furia devastante degli elementi climatici, sconvolti da oltre un secolo di immissioni inquinanti globali.
Migliaia di persone che non erano riuscite ad allontanarsi si erano barricate in casa dopo aver furiosamente fatto incetta di cibo e acqua nei supermercati locali: la polizia, insieme alla Guardia Nazionale e all’esercito, pattugliava le strade e i centri commerciali, ma non c’erano abbastanza uomini per monitorare adeguatamente la situazione. Tafferugli e risse scoppiavano continuamente (nota: eliminato “nei supermercati” in quanto costituiva un’inutile ripetizione): donne dai nervi a pezzi urlavano e picchiavano chiunque per accaparrarsi l’ultima tanica di acqua minerale o di cibo in scatola, ormai le uniche speranze di sopravvivenza per le loro famiglie. Dovunque si vendessero generi alimentari era facile vedere uomini avvinghiati l’uno all’altro che urlavano, lottavano disperatamente nel tentativo di sopraffarsi e appropriarsi di scorte alimentari, nel delirio collettivo che sorgeva dal panico e dal puro istinto di sopravvivenza. Mentre queste persone erano impegnate nella contesa, altri, più furbi, rubavano loro la merce appena presa. Violenti incendi divampavano dovunque, mentre i vigili del fuoco, quelli rimasti, erano tra i pochi eroi che sacrificavano la loro incolumità al servizio dei loro connazionali. Solo parte della Guardia Nazionale volontaria era rimasta a dare loro man forte, ma il numero di soldati sul campo risultava esiguo.
Gli ospedali avevano trasferito i malati con voli speciali, una delle principali azioni immediate del Piano di Evacuazione che la Protezione Civile aveva delineato da anni in previsione di catastrofi simili. I centri ospedalieri presto divennero preda, insieme a scuole, ristoranti, bar e mense pubbliche, di bande di sbandati alla ricerca di cibo per sé e per le proprie famiglie.
L’atmosfera che si respirava era da fine del mondo. (…)
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L’OMBRA DEL DILUVIO (Libro Primo)
Il mondo sull’orlo di una catastrofe climatica globale. Alle origini delle profezie della fine del mondo: un antico manoscritto e la più stupefacente scoperta archeologica per salvare l’umanità.