Quarant’anni dopo, l’incontro inaspettato con la mia maestra delle elementari e un tema d’esame di V che incredibilmente parte dall’Antartide e si collega all’Ombra del Diluvio (Libri I e II)
Capitano a volte nella vita incontri che non ti aspetti: sabato scorso, la mia maestra delle elementari, Mafalda, dopo quarant’anni mi ha cercato informandosi presso conoscenti, amici, entrando anche alla locale Sala del Regno e chiedendo di me, per darmi una fotografia con tutti bimbi di quella classe ormai lontana nel tempo, e il tema dell’esame di V elementare, che ancora conservava insieme a quelli dei suoi alunni più cari.
Potete leggere del misterioso viaggio al Polo Sud di un capitano di sottomarino di undici anni e il suo equipaggio descritto nel tema cliccando sul link, scritto di getto quella mattina.
Al di là delle ingenuità e degli errori di un bambino di quinta elementare, è evidente dal testo l’amore per l’avventura e l’esplorazione, e per continenti poco conosciuti come l’Antartide. Curiosamente i libri che le ho portato per ringraziarla, l’Ombra del Diluvio (Libro I e II) partono proprio dall’Antartide con un mistero legato a un ritrovamento inaspettato nei ghiacci legato alle esplorazioni delle SS di Himmler, e una civiltà perduta: potete vedere qui il booktrailer.
Abbiamo parlato a lungo, abbiamo riso e scherzato, ricordando con affetto i compagni di classe, alcuni sono ancora qui in zona, altri sono partiti per altri lidi, seguendo il loro sentiero. Ciò che nel mio caso l’ha resa orgogliosa è che non ho perso nulla del desiderio che avevo da bambino di esplorare, e in effetti mi sento esattamente così di fronte alla vastità dell’universo, della natura e di ciò che mi circonda, non ho mai perso la gioia di conoscere e sondare, il desiderio di capire, e ogni tessera inserita in questo splendido, vastissimo puzzle, mi convince che la strada che ho intrapreso molto tempo fa è quella giusta.
Scrivo libri per creare metafore dinamiche atte ad afferrare il senso profondo dell’esistenza, storie che mettono uomini e donne a confronto con misteri, situazioni, eventi in cui devono tirare fuori il meglio di sé, a volte anche il peggio in un meta-teatro in cui il regista è anche il principale osservatore, modificatore e pubblico, come nell’esperimento di Miller-Urey.
È il mio modo personalissimo di svolgere esperimenti antropologici sul comportamento umano, di studiare la storia, i drammi e le vicende di una umanità con tanti pregi pesantemente sanzionati dalle proprie debolezze: e la cosa più curiosa è che tutto ciò è riconoscibile anche in un tema di esame di V elementare.
Non sono cambiato molto, in effetti, sono sempre lo stesso bimbo, con lo stesso desiderio di capire e conoscere, solo con tante cose in più nello zaino che ho trovato e raccolto durante il viaggio…
Di questa donna di 87 anni che conserva una vitalità insolita, che ha seguito bambini facendone ragazzi con grande attenzione alla loro crescita e alle loro potenzialità per indirizzarle al meglio, conservo un ricordo affettuoso che non sbiadirà mai.
Grazie Maestra Mafalda, mi ha fatto piacere rivederti!
Pierluigi